Il fim prodotto in Turchia nel 2019 e candidato al Premio Oscar dallo stesso Paese ha riscosso molto successo non solo in Europa ma anche in Sud-America.
La trama si svolge all’interno di un piccolo villaggio situato sulla costa turca dove un pastore con evidente disabilità mentale per errore viene incolpato dell’omicidio della figlia del comandante dell’esercito.
L’uomo incapace di difendersi viene strappato dall’amore di sua figlia, la piccola Ova e dalla nonna Fatima, gli unici membri della sua famiglia.
Inizia per il giovane un vero e proprio calvario all’interno della prigione di massima sicurezza, inizialmente costretto a subire violenze fisiche dalle guardie del carcere, trova all’interno della cella numero 7 dei compagni che diventeranno la sua seconda famiglia.
La genuinità e la dolcezza del giovane pastore riuscirà a trasformare i cuori di chi lo incontra, molti sono i colpi di scena che terranno lo spettatore col fiato sospeso e attento per tutta la durata della trama.
Un film molto toccante per i temi trattati, disabilità, violenza, regime autoritario e pena di morte ma dove appaiono molto forti il valore della famiglia, la solidarietà, la forte fede musulmana che per certi versi si lega a quella cristiana.
Il film fa inoltre trasparire valori come la bontà che spesso si nasconde in chi è costretto o meno a compiere azioni discutibili e ignobili diventando motivo di redenzione.
La durata del film è di 132 minuti.
Notevole la recitazione della giovane attrice Nisa Sofiya Aksongur ( la piccola Ova ).
Visibilile su piattaforma Netflix. Il film è in lingua turca, sottotitolato in italiano.
Voto 9